Può capitare a chiunque di attraversare, nel corso della vita, un momento difficile a tal punto da non riuscire ad affrontarlo con le proprie forze.
Può essersi verificato un evento (ad es. un lutto, una separazione…) che non si riesce ad elaborare da soli…
Uno stato di disagio di antica origine può essere cresciuto a tal punto da divenire insostenibile e provocare un dolore emotivo profondo e/o sintomi psico-fisici (ad es. attacchi d’ansia, depressione, disturbi corporei, insonnia…)…
Non riusciamo ad affrontare con serenità una fase di passaggio evolutivo (ad es. adolescenza, invecchiamento...) della nostra vita o di quella dei nostri cari…
Ci rendiamo conto che ci stiamo comportando in modi che troviamo preoccupanti (ad es. aggressività, isolamento, disordini alimentari…) e che neanche noi riusciamo a capire…
In casi come questi diventiamo consapevoli che non basta chiedere aiuto agli amici, o andare in Internet per cercare di capire meglio il nostro disturbo e trovare soluzioni. Sentiamo l’esigenza di rivolgerci ad una persona competente che sappia ascoltarci e fornirci un aiuto concreto e professionale.
Ma a chi è opportuno rivolgersi in questi casi?
Ci sono diversi specialisti che si occupano del disagio psicologico: gli psicologi, gli psicoterapeuti (con tante diverse specializzazioni) e gli psichiatri, ciascuno dei quali ha seguito un proprio percorso formativo e possiede competenze specifiche.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
LO PSICOLOGO
Si diventa psicologi dopo aver ottenuto una laurea quinquennale (chiamata anche “specialistica”) in psicologia, aver compiuto un tirocinio obbligatorio della durata di un anno sotto la supervisione di un professionista esperto e aver superato l’esame di stato necessario all’iscrizione all’Ordine degli Psicologi.
Gli psicologi non sono tutti uguali: all'interno delle università esistono infatti più indirizzi formativi che forniscono competenze diversificate: psicologia clinica e di comunità; del lavoro e delle organizzazioni; dello sviluppo e dell'educazione; generale e sperimentale. Le competenze dello psicologo spaziano pertanto tra un’ampia gamma di interventi: dalla prevenzione del disagio ai percorsi di riabilitazione cognitiva e/o comportamentale, ad esempio nelle scuole, alla selezione e gestione del personale di un’azienda, ad attività di ricerca e didattica nel campo della psicologia. In ambito clinico lo psicologo può valutare la condizione psicologica di un soggetto anche attraverso la somministrazione di test e - quando ci si trovi in uno stato di disagio circoscritto e contingente - fornire un aiuto basato su consulenze e colloqui di sostegno utili per favorire l’attivazione delle risorse personali e raggiungere una situazione di maggior benessere. Non può effettuare interventi che si configurino come psicoterapia né prescrivere farmaci.
Ci si può pertanto rivolgere ad uno psicologo per un primo ascolto, una diagnosi, una consulenza, un orientamento. In questi casi lo psicologo dovrà valutare se intervenire direttamente sul problema o se - nel caso di condizioni di sofferenza profonde e complesse - indirizzare ad uno specialista (ad es. a uno psicoterapeuta). Non ci si deve invece rivolgere ad uno psicologo se si ha intenzione di intraprendere una psicoterapia, in quanto lo psicologo non ha il titolo richiesto per fornire questa prestazione.
L’albo nazionale degli Psicologi è consultabile sul sito www.psy.it.
Psicologi e psicoterapeuti sono tenuti a rispettare un Codice Deontologico, consultabile qui.
LO PSICOTERAPEUTA
La psicoterapia è una specializzazione sanitaria a cui possono accedere sia medici che psicologi già iscritti ai rispettivi ordini professionali. Richiede il superamento di un corso di specializzazione post-lauream riconosciuto dallo Stato di durata almeno quadriennale.
Le scuole di specializzazione che permettono l’iscrizione all’albo degli psicoterapeuti sono molte (in Italia attualmente ce ne sono circa 300). Nell’arco di un secolo la psicoterapia ha avuto infatti un grande sviluppo e si sono andati formando sempre nuovi approcci, che possono tuttavia essere ricondotti a poche tipologie di base: quelle di derivazione psicoanalitica (o psicodinamica), le cognitivo-comportamentali, le familiari-sistemiche, le umanistiche, le psicoterapie corporee e quelle di gruppo. Oggi molti psicoterapeuti integrano nel loro modello terapeutico i contributi di approcci diversi, utilizzando di volta in volta le tecniche più adatte alla gestione dei singoli casi.
Lo psicoterapeuta è l’unica figura professionale in grado di curare, senza ricorrere a farmaci, i cosiddetti disturbi della psiche, che spaziano da stati di profonda crisi in campo affettivo, familiare, sessuale, lavorativo a vere e proprie sintomatologie quali stati depressivi, ansia, fobie, disturbi psicosomatici, disturbi alimentari, dipendenze, disturbi della sfera sessuale. I suoi “strumenti” variano a seconda degli approcci e possono comprendere colloqui psicologici, prescrizioni terapeutiche, tecniche corporee e lo stesso incontro relazionale, gestito con abilità di ascolto e restituzione apprese nel percorso di training. Anche la durata e la frequenza di una psicoterapia dipendono dal tipo di approccio e dalle problematiche da affrontare.
Non esistono orientamenti terapeutici a priori “migliori” di altri. Il successo di una terapia dipende in gran misura dalla relazione di fiducia che si viene a creare tra il terapeuta e il paziente e dalla condivisione dei principi dei diversi orientamenti (interesse al superamento di un sintomo o a un percorso di crescita personale, opportunità del coinvolgimento familiare o preferenza di un percorso strettamente individuale, ecc.).
A differenza del medico-psicoterapeuta, lo psicologo-psicoterapeuta non può prescrivere farmaci.
Gli elenchi degli psicoterapeuti si possono consultare sui siti regionali (per quanto riguarda gli Psicologi) o provinciali (per i Medici) dei rispettivi Ordini.
LO PSICOANALISTA
L’orientamento psicoanalitico (detto anche psicodinamico) è il più antico tra gli orientamenti psicoterapeutici. Trae origine dalle teorie elaborate all'inizio del '900 da Sigmund Freud e dai suoi primi seguaci. Nel tempo, tuttavia, si sono sviluppate molte correnti che sono andate differenziandosi dalle idee originarie, ponendo l'accento su aspetti specifici (le relazioni oggettuali, gli stili di attaccamento, ecc.) e differenziando le tecniche di cura. Oggi molti psicoanalisti non sono più ancorati alla tecnica classica che prevedeva una frequenza di due-tre sedute settimanali, l'uso del lettino e un analista per la maggior parte del tempo silenzioso, ma propongono modalità più flessibili, che possono prevedere anche l'integrazione con altri modelli terapeutici.
Ciò che differenzia la terapia psicoanalitica dalle altre psicoterapie è la consapevolezza che ciò che attualmente siamo si radica nelle nostre precoci esperienze infantili e che tutte le nostre relazioni attuali (compresa quella col terapeuta) ne sono una parziale e inconsapevole riedizione. L'analisi aiuta a riconoscere i significati nascosti e la funzione di difesa di azioni, affermazioni e sintomi del paziente, allo scopo di favorire l'autorealizzazione del soggetto, oltre che la scomparsa della sintomatologia disturbante.
L'analista si differenzia dagli altri psicoterapeuti anche per il training più lungo e complesso richiesto per svolgere la professione. Uno psicoanalista, infatti, oltre a seguire il normale percorso di formazione per ottenere l'abilitazione all'esercizio della psicoterapia, si sottopone a molti anni di analisi personale, al fine di risolvere eventuali conflitti interiori e apprendere dalla propria esperienza le tecniche per curare le altre persone. Inoltre per i primi anni di esercizio della professione analizza i casi che tratta con la supervisione di uno psicoanalista più esperto.
E’ opportuno rivolgersi ad uno psicoanalista in tutti i casi in cui si desideri una psicoterapia che risolva il disagio attuale e sia al tempo stesso un percorso di crescita e di autorealizzazione, e in cui si sia disposti a ricercare le origini profonde del proprio stato di disagio o sintomo. La psicoanalisi è dunque adatta per persone con capacità di introspezione, che siano cioè in grado di riconoscere i legami simbolici tra la propria vita attuale e l’esperienza passata, e che siano interessate a “guarire” a partire dalla consapevolezza di come funziona il proprio mondo interno.
Rispetto ad altri metodi un percorso psicoanalitico è senz’altro più lungo (e quindi più costoso), ma garantisce che la sintomatologia non si ripresenti, magari in nuove forme, e soprattutto sblocca la possibilità di perseguire nella concretezza i propri desideri più autentici.
Per saperne di più leggi anche:
Nella "guerra delle terapie" la rivincita della psicoanalisi. Secondo una serie di studi recenti, la psicoanalisi risulta più efficace nella cura della depressione rispetto alla terapia comportamentale. Leggi l'articolo in originale sul The Guardian.
LO PSICHIATRA
Lo psichiatra è un laureato in medicina che ha conseguito successivamente una specializzazione in psichiatria, cioè un corso di studi specialistico orientato allo studio e alla cura dei disturbi e delle malattie mentali attraverso modalità e strumenti caratteristici della professione medica.
Rispetto alle modalità di trattamento offerte dagli psicoterapeuti, lo psichiatra è maggiormente orientato a considerare il disturbo mentale come derivante da un malfunzionamento o da uno sbilanciamento a livello biochimico del sistema nervoso centrale. Per questo motivo la principale modalità di cura proposta è di solito quella farmacologica, anche se lo psichiatra è automaticamente abilitato anche all’esercizio della psicoterapia.
In presenza di sintomatologie severe, lo psicoterapeuta e lo psichiatra lavorano di solito insieme (il primo con la psicoterapia, il secondo con la prescrizione di farmaci): l'esperienza dimostra che questa modalità consente di ottenere un risultato di gran lunga migliore di quello che si otterrebbe attraverso l’utilizzo di un unico approccio.
www.liviabotta.it
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