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Covid-19. Un aiuto psicologico per andare oltre l'emergenza

Aggiornamento: 24 apr 2020


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L’emergenza Covid-19 ci ha catapultato, tutti, in un contesto di vita completamente nuovo. Il mondo è cambiato in modo improvviso e imprevedibile, ci siamo ritrovati in un periodo difficile e di forte rischio, non solo dal punto di vista sanitario ma anche da quello psicologico. Stiamo vivendo in una condizione di incertezza e disorientamento di cui non riusciamo a prevedere durata ed esiti.

Chi sta a contatto in prima linea con la sofferenza fisica (parenti dei malati e dei deceduti, operatori sanitari) si trova investito da una condizione di stress estremo, un trauma che richiederà tempi lunghi per essere elaborato e superato. Ma anche chi non è direttamente coinvolto si vede consegnato alla propria fragilità e al proprio limite, confrontato con la propria mortalità, oltre a dover convivere col pensiero intollerabile delle persone che in ospedale sono morte e muoiono da sole.

L’isolamento sociale ha comportato un cambiamento delle dinamiche personali e relazionali difficilmente gestibile per molti. Il tempo lineare, scandito da una regolare successione di eventi (andare al lavoro, a scuola, a trovare i parenti…) è stato messo in stand-by. L’isolamento sociale, la reclusione in casa, i timori per il lavoro, il peso dell’incertezza aumentano stress e ansia e possono indurre effetti psicologici che attaccano il nostro benessere mentale.

Le persone più sensibili, che soffrono di depressione, ansia, fobie, disturbi ossessivo-compulsivi si trovano in una condizione di potenziale peggioramento del proprio stato. Per chi già prima aveva limitati legami sociali, la noia può trasformarsi in una sensazione di solitudine percepita come intollerabile. All’altro estremo, la necessità di una stretta convivenza può mettere a dura prova le relazioni di coppia e familiari, nel momento in cui un generale stato di tensione prende il sopravvento.

Può esserci la tendenza a sviluppare visioni catastrofiche, fantasie persecutorie o paure irrazionali (di contagiare, di essere contagiati…) anche se si presta ascolto a fonti informative affidabili; o a darsi a forme di iperattività maniacale che lascino meno spazio possibile alla percezione del vuoto.

Le persone più resilienti (cioè più capaci di far fronte in maniera positiva agli eventi negativi) stanno scoprendo da sole le migliori strategie per gestire lo stress che questa situazione comporta: riescono a vivere la casa come luogo protetto piuttosto che come prigione; a percepire il tempo come ritrovato piuttosto che perso; rispettano regolari routine nella giornata; ridanno un tempo disteso ad attività incompatibili con la fretta (leggere, cucinare, prendersi cura del corpo…); si dedicano a un po’ di esercizio fisico o di rilassamento; si tengono in regolare contatto con le persone affettivamente importanti, a distanza ma dedicando più tempo e cura alle relazioni; usano l’umorismo per far fronte all’ansia; hanno capito che è preferibile prestare meno attenzione alla valanga di informazioni che ci arriva addosso. Ma non tutti riescono ad avere questa forza.

Anche quando ci saremo lasciati alle spalle l'emergenza, ci aspetta una fase non facile che modificherà in parte le nostre abitudini di vita, rendendo necessarie cautele e distanziamento sociale. Ci troveremo investiti di una grande responsabilità: finché non si troverà un vaccino, Il principale farmaco in grado di contenere il Covid-19 sarà il comportamento umano.

Quale può essere il ruolo di noi psicoterapeuti in questa fase, mentre ci troviamo in una condizione in cui condividiamo con i nostri pazienti la stessa esperienza di incertezza e ansia, sentiamo le stesse emozioni?

Da subito molte associazioni di psicoterapeuti hanno offerto una possibilità di ascolto e supporto gratuiti, per far fronte al disagio dell’emergenza, all’ansia, alla tristezza e alla paura, per aiutare a gestire la malattia, i lutti, la solitudine o le difficili convivenze familiari.

Ma di supporto psicologico ci sarà ancora bisogno in futuro, non solo per continuare a fronteggiare la situazione contingente. Avranno bisogno di aiuto coloro che sono stati più direttamente coinvolti nel contagio (chi si è ammalato, i parenti, gli operatori), perché il sovraccarico emotivo a cui hanno dovuto far fronte potrà incidere negativamente sul loro benessere psichico anche dopo il superamento dell’emergenza. Ma anche tutti gli altri, per poter riacquistare vitalità e non rimanere emotivamente bloccati, avranno bisogno di diventare consapevoli delle sensazioni, emozioni, pensieri che li hanno attraversati in questa fase, di dare parole a quella che spesso è stata una sofferenza muta. Condividere la nostra vulnerabilità, comprendere che posto diamo a questa esperienza nella nostra storia, cosa ci ha insegnato di noi stessi e degli altri, in che modo ci ha cambiati, ci consentirà di lasciarci alle spalle il carico psicologico dell’emergenza Covid-19, di superare il senso di impotenza e di riacquistare energia, creatività, curiosità.

Consapevole che per molti l’emergenza Covid-19 avrà come conseguenza anche un calo di reddito, per aiutare a superarla propongo un breve percorso di ascolto, supporto e riflessione a un costo molto contenuto rispetto alle usuali tariffe, limitatamente ad alcune fasce orarie che ho riservato a questa offerta.

Si tratta di un ciclo di 6 colloqui da effettuarsi almeno inizialmente tramite Skype al costo di 200 € totali. Ciascun colloquio avrà una durata di 50 minuti. Al venir meno dell'emergenza gli incontri potranno proseguire in studio, per chi lo vorrà.


Per ulteriori informazioni sull’offerta o per un appuntamento, potete chiamarmi al 349 1480147 oppure scrivere a contatti@liviabotta.it.


Altre informazioni qui www.liviabotta.it


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